Giuseppe Risica dice che...

...Pinella è un'artista che è nata con la pittura nel sangue che trasferisce su tela, senza apparente difficoltà, le molteplici sfaccettature della sua personalità, così intimamente isolana. Nella produzione paessaggistica,
immagini della sua Sicilia, colte con spontanea naturalezza dai suoi
occhi attenti ad ogni particolare, fortemente nostalgiche, ambrate di silenzi e colori densi di dolcissima malinconia, accarezzano lo sguardo senza ferirlo, evocando la tranquillità del ricordo. La natura, nei suoi dipinti, non è il relitto nauseante che oggi conosciamo, soffocato dai rifiuti e stritolato da tentacoli di cemento, bensì...
...la divinità del passato che ritorna a percorrere le strade che le appartengono, accesa da pause di luci calde ed appaganti. Più recentemente, proseguendo la sua elaborata ricerca interiore, la Imbesi sta abbracciando con romantica passione nuove tematiche. Appare l'elemento dell'acqua nelle sue varie espressioni:
fiumi, laghi, cascate e soprattutto mari. Ciò assume, senza dubbio, il significato di una sorta di viaggio a ritroso, come volere ritrovare le senzazioni tipiche dell'ancestrale protezione del liquido amniotico, sempre presente nel subinconscio individuale e collettivo.
Nel contempo, l'acqua con le sue molecole in continuo movimento, vera "vis dinamica" che la pittrice sa rendere con impressionante efficacia, costituisce un mezzo di catarsi dalla scorie psichiche che ci si attaccano addosso senza tregua ogni giorno. Fanno la loro timida comparsa esseri umani ritratti, senza ricorrere ad artifizi formali, nelle plastiche posture di sofferta naturalezza che, sempre, scorgiamo nel dolore degli altri e che , in fondo è solo lo specchio in cui contemplare noi stessi.
Stimolo insostituibile a quella meditazione personale che, al di là della bellezza formale, costituisce lo scopo più genuino di un'opera d'arte degna di questo nome.
Considerazioni a parte meritano i quadri preparati appositamente per questa personale e che a mio parere rappresentano per Pinella Imbesi una autentica pietra miliare, l'orientamento artistico forse definitivo e dagli sviluppi imprevedibili. L'artista, inoltrandosi in atmosfere, oscillanti tra il metafisico e il surreale, con autorevole padronanza tecnica e
rivolgendosi ad oculate cromie mediterranee, impreziosite dal fascino di tonalità quasi crepuscalari, crea figure emblematiche della purezza classica, rielaborate secondo la propria intensa visone introspettiva, collocandole in contesti ambientalei segnalati dall'esistenzialismo contemporaneo, acquisendo così forte carica simbolica. La valenza salvica del messaggio artistico - psicologico è accresciuta dagli echi di un coinvolgente lirismo senza tempo, in grado di condurre l'osservatore in un piacevole volo oltre lo sbiadito confine dei sogni. Si percepisce nettamente la piena consapevolezza del senso dell'esitere. Il volto dell'animo deformato e reso quasi illegibile dalle sofferte esperienze della vita torna ad essere una "tabula rasa", pura nel segno di un innocenza primordiale che niente può più scalfire: sereno nella sofferenza, pulito nella melma, compatto nella disgregazione, riverbante speranza nelle grigie nebbie del dramma. E il mare a circondare ogni cosa con il suo mistico abbraccio senza fine dal movimento instancabile e purificatore, divina energia, eterna metafora di rinascita da ogni morte, del corpo e dello spirito.

GIUSEPPE RISICA
Docente di "Storia della Poesia"
Università T.E.
Messina
giuris@tiscalinet.it