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Pinella è nata a Pace del Mela (Messina). Figlia di professore di orchestra e liutaio e di madre casalinga, ha manifestato già in tenera età una spiccata predisposizione per il disegno. E', infatti, sui banchi di scuola, con la realizzazione di un quadro a olio, che Pinella inizia a ricevere apprezzamenti ed encomi, ma è frequentando il liceo a Palermo che ottiene il suo primo riconoscimento, consistente in una coppa per un concorso interno scolastico: “Progettazione e realizzazione del plastico di uno chalet di montagna”.
Dopo avere completato gli studi, si è dedicata con passione alla pittura. Nominata “Accademica” dall’Accademie Internationale de Beaux Arts di Parigi, ha successivamente esposto in molte città italiane, europee e oltre oceano, tra le quali Milano, Firenze, Roma , Nizza, Barcellona, Las Palmas, Saint Petersburg, Miami, nell’ambito di mostre personali, collettive e manifestazioni culturali, ricevendo numerosi riconoscimenti e premi di prestigio, come testimonianza dei suoi meriti artistici.
A Monreale (Palermo), in occasione della visita della Principessa Beatrice di Borbone, ha organizzato una mostra personale, come side-event di una mostra numismatica di monete del periodo borbonico.
Ha curato la realizzazione dei progetti “Murales, Percorsi e Colori” all’interno del Primo Circolo Didattico di Milazzo (Messina) e realizzato copertine per libri di poesie.
Ma è con l’incontro col grande critico d’arte Vittorio Sgarbi, dapprima alla biennale di Verina e poi alla Biennale di Palermo, che per Pinella si delinea un percorso di maggiore rilievo artistico.
Al “Primo Premio Cultura” (Palermo) è selezionata a esporre un’opera in occasione della manifestazione “Panorama d’Italia” presso la Sala Rossa del Teatro Politeama del capoluogo siciliano.
Sempre a Palermo, nel 2015, è nominata “Artista dell’Anno” ed è selezionata per l’importante progetto editoriale “Pronto Soccorso, gli artisti curati da Vittorio Sgarbi”. Tale progetto ha consentito a Pinella di ottenere una menzione critica, con conseguente inserimento nella collezione "Sgarbi" della raccolta delle stampe e dei disegni.
Le sono stati conferiti, inoltre, l’International Art Prize “Salvador Dalí, il “Premio Bienal de Canarias”, la “Menzione Speciale” in occasione della Mostra Internazionale “Spoleto Arte”, a firma di Vittorio Sgarbi. È stata recensita da molte riviste e volumi d’arte curati da Vittorio Sgarbi, tra i quali si evidenziano “Artista nella Storia”, a cura di José Van Roy Dalí e “Artisti”, l’annuario d’arte contemporanea a cura di Vittorio Sgarbi.













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Fausta Le Piane dice di Pinella Imbesi... " Il fotografo Herb Ritts affermava con orgoglio di non avere studiato fotografia, di essere autodidatta, come Helmut Newton e BruceWeber. Per lui, la cosa più importante era imparare ad aguzzare lo sguardo. Non ci si deve preoccupare di avere la macchina giusta, la pellicola giusta, il giusto obiettivo e tutti gli effetti speciali che li accompagnano, per non parlare del computer. La cosa essenziale è trovare il proprio stile, procedere a tentoni per riuscire a fare finalmente le cose così come si sentono. E’ ciò che si ravvisa immediatamente nella pittura di Pinella Imbesi: pieno possesso di mezzi tecnici di alto livello, e l’immagine che riflette una personalissima capacità di sentire la realtà circostante. La pittura dell’Artista è intrisa di ispirazione metafisica. Mai condizione fu più manifestamente ispirata a De Chirico, condizione però rivisitata alla luce vivida del suo essere pienamente donna del Sud: Dove il tempo si ferma, Vicolo antico, Verso Cattafi e Il sonno del passato. Se, come dice Kandinsky “la forma è espressione del contenuto interiore”, in queste tele è chiaro il riferimento ad un’interiorità drammaticamente vissuta: Strade deserte, porte e finestre chiuse, scale che portano chissà dove, in una realtà paesana priva di qualsiasi presenza umana. Misteriosi e spettrali paesaggi di sogno popolano le sue tele. La sua è una pittura situata al di là dello spazio e del tempo che vuole affermare la realtà assoluta e appunto “metafisica” del sogno. Parecchie tele offrono scenografie di paesaggi di silenzio, che ricordano la serie delle Piazze d’Italia di De Chirico. Le sue scene onirico mitologiche di eroi primordiali la riallacciano alle radici della sua terra, la Sicilia. La sua pittura surreale nasce dall’accostamento di oggetti disparati, senza nesso apparente tra di loro, ma ad uno ad uno di illudente precisione obbiettiva: In Echi del passato, conchiglie e bronzi si affiancano, in Bios e Tanatos, una figura esce dal mare mentre conchiglie e teschi giacciono sulla sabbia. Composizioni architettoniche chiarissime, dove unici incidenti sono la presenza di Templi, La Rinascita del Tempio, appoggiato sulle acque, o statue ne Il Mito non muore mai, in cui un discobolo racchiuso nel sole procede verso il mare. La pittrice ricorre a motivi archeologici legati alla sua terra e alla spoglia astrazione di vuoti scenari. Nessuna presenza umana, d’altronde neanche nella serie delle tele dedicate ai paesaggi: Il giardino degli ulivi, La Valle dell’Eden, Dove il tempo si ferma, Sui sentieri della memoria. Unica eccezione è quella delle donne che per Pinella Imbesi - tra l’altro sempre ad occhi chiusi (Preghiera, Gocce di Libertà, Il sogno della Vergine, L’Attesa) quasi a non voler vedere una realtà troppo dolorosa - hanno desiderio di rinascere a nuova vita. Ne è un esempio Il Risveglio di Venere, in cui secondo la tradizione la dea esce dalle acque. E non è un caso che tanta acqua sia presente nei quadri della pittrice. Il quadro La fontana della vita è emblematico: completamente senz’acqua allude ad una vita non vita della pittrice, ad una vita che esiste laggiù oltre l’orizzonte, ma che è inaccessibile. L’acqua è essenziale, senza di essa nessuna forma di vita è possibile. Spesso le figure femminili sono coperte da veli, l’acqua stessa che le ricopre è un velo. Barche ferme, ancorate, prigioniere della sabbia (Pollara, Prima del tramonto) e solamente puntate verso la libertà, sono incapaci di raggiungere l’orizzonte. Neanche un uragano può trascinarle via. Sete di libertà, sogno, Mito, oggetti simbolici (barche), solitudine metafisica: ecco i temi principali dell’opera di Pinella Imbesi. Immagini archetipe dense di possibilità evocative, di forza simbolica e di suggestione percettiva in sintonia con il loro contenuto spirituale. Il colore in Pinella Imbesi provoca forti emozioni, in quanto è rivelazione di un mondo interiore, “altro”, è l’elemento irreale delle cose, ricco di allusioni al mistero dell’esistenza. Ciò che conta è la risonanza spirituale: “il colore è il tasto. L’occhio è il martelletto. L’anima è un piano forte con molte corde. L’Artista è la mano che, toccando questo o quel tasto, fa vibrare l’anima”. (Kandinsky). La scelta di una forma o di un colore non è casuale per Pinella Imbesi, ma seguono una “necessità interiore”. Il blu, profondo e nostalgico evoca l’idea del mare e del cielo ed è legato all’idea di evasione, è la zona buia di Pinella sempre in ombra, che nei momenti di tristezza ricorda all’Artista che l’orizzonte è ancora lontano (Passione); il bianco, colore della purezza assoluta, è sinonimo di Bellezza; il verde, più legato agli stati d’animo dell’ Artista come il blu, indica la quiete ed il desiderio di ottenere un sogno agognato, per il quale Pinella lotta tenacemente, ma che continua ad essere irraggiungibile. I colori diventano più chiari e luminosi quando parla della sua terra: ulivi, fichi d’India, mare. Dietro le spatolate di Pinella Imbesi si può nascondere di tutto, il colore è di tipo impressionista, lavorato direttamente sulla tela e ci regala gocce di libertà. ".



Francesco Chetta dice di Pinella Imbesi... "Pinella Imbesi sa delicatamente armonizzare il paesaggio siciliano, ispiratore delle sue composizioni artistiche, con i tenui colori della nostalgia. Ella sa donare alle austere abitazioni un tocco di poesia visiva, colorandola con il sentimento. Forti di chiaroscurismi, le sue opere inneggiano alla bellezza del paesaggio, dimenticando le regole accademistiche imposte, per destreggiarsi in una totale libertà dal generoso senso artistico. Un fascio di luce che squarcia un antro cavernoso, denota la sua inquietudine, il fascino della descrizione pittorica libera di fluire all'esterno della sua mente. Un sentimento di rispetto per la realtà, confermato dai numerosi temi trattati dall'artista, sempre in ottemperanza con la realtà. Alcune opere dai toni monocromatici, denunciano un breve messaggio di malinconia, sottolineato dalla solitudine del soggetto. E la stessa solitudine si osserva nei suoi paesaggi, quasi sempre privi dell'essere umano o delle sue impronte sociali. Pinella lascia al mistero personaggi scaturiti dalla sua mente creativa, frugando nei suoi ricordi, per trasferire emozioni particolari sulle tele. E sono queste emozioni, personali dell'artista, a renderne vivo il paesaggio a volte addormentato dall'afa estiva, quando anche la mente cerca riposo. Imbesi viaggia costantemente alla ricerca di nuove sensazioni emotive, raggi di creatività per la giovane artista, che osserva il suo mondo dall'esterno, e scoprendo attimi di incanto per poi tradurli sulla tela. I suoi racconti segnano un grande romanticismo, una gran sete di bellezza, soddisfatta dalla sua terra ricca di tesori nascosti, che nemmeno le brutture della nostra società possono nascondere. Pinella ed il suo mondo siciliano, un binomio che non può scindere, in nome della dichiarata fede pittorica, di chi ama l'arte e di chi la fa amare.".



Giuseppe Risica dice di Pinella Imbesi... " ...Pinella è un'artista che è nata con la pittura nel sangue che trasferisce su tela, senza apparente difficoltà, le molteplici sfaccettature della sua personalità, così intimamente isolana. Nella produzione paessaggistica, immagini della sua Sicilia, colte con spontanea naturalezza dai suoi occhi attenti ad ogni particolare, fortemente nostalgiche, ambrate di silenzi e colori densi di dolcissima malinconia, accarezzano lo sguardo senza ferirlo, evocando la tranquillità del ricordo. La natura, nei suoi dipinti, non è il relitto nauseante che oggi conosciamo, soffocato dai rifiuti e stritolato da tentacoli di cemento, bensì... ...la divinità del passato che ritorna a percorrere le strade che le appartengono, accesa da pause di luci calde ed appaganti. Più recentemente, proseguendo la sua elaborata ricerca interiore, la Imbesi sta abbracciando con romantica passione nuove tematiche. Appare l'elemento dell'acqua nelle sue varie espressioni: fiumi, laghi, cascate e soprattutto mari. Ciò assume, senza dubbio, il significato di una sorta di viaggio a ritroso, come volere ritrovare le senzazioni tipiche dell'ancestrale protezione del liquido amniotico, sempre presente nel subinconscio individuale e collettivo. Nel contempo, l'acqua con le sue molecole in continuo movimento, vera "vis dinamica" che la pittrice sa rendere con impressionante efficacia, costituisce un mezzo di catarsi dalla scorie psichiche che ci si attaccano addosso senza tregua ogni giorno. Fanno la loro timida comparsa esseri umani ritratti, senza ricorrere ad artifizi formali, nelle plastiche posture di sofferta naturalezza che, sempre, scorgiamo nel dolore degli altri e che , in fondo è solo lo specchio in cui contemplare noi stessi. Stimolo insostituibile a quella meditazione personale che, al di là della bellezza formale, costituisce lo scopo più genuino di un'opera d'arte degna di questo nome. Considerazioni a parte meritano i quadri preparati appositamente per questa personale e che a mio parere rappresentano per Pinella Imbesi una autentica pietra miliare, l'orientamento artistico forse definitivo e dagli sviluppi imprevedibili. L'artista, inoltrandosi in atmosfere, oscillanti tra il metafisico e il surreale, con autorevole padronanza tecnica e rivolgendosi ad oculate cromie mediterranee, impreziosite dal fascino di tonalità quasi crepuscalari, crea figure emblematiche della purezza classica, rielaborate secondo la propria intensa visone introspettiva, collocandole in contesti ambientalei segnalati dall'esistenzialismo contemporaneo, acquisendo così forte carica simbolica. La valenza salvica del messaggio artistico - psicologico è accresciuta dagli echi di un coinvolgente lirismo senza tempo, in grado di condurre l'osservatore in un piacevole volo oltre lo sbiadito confine dei sogni. Si percepisce nettamente la piena consapevolezza del senso dell'esitere. Il volto dell'animo deformato e reso quasi illegibile dalle sofferte esperienze della vita torna ad essere una "tabula rasa", pura nel segno di un innocenza primordiale che niente può più scalfire: sereno nella sofferenza, pulito nella melma, compatto nella disgregazione, riverbante speranza nelle grigie nebbie del dramma. E il mare a circondare ogni cosa con il suo mistico abbraccio senza fine dal movimento instancabile e purificatore, divina energia, eterna metafora di rinascita da ogni morte, del corpo e dello spirito.".











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pinellaimbesiart@hotmail.com